Le ragadi sono piccole ferite nella
parte esterna del canale anale ove la cute è molto sensibile.
Hanno una considerevole difficoltà a guarire spontaneamente.
Spesso le ragadi vengono confuse, non solo dai pazienti, con
le emorroidi. Sono una
delle cause più frequenti di sanguinamento e di dolore
anale. Le ragadi non hanno alcuna tendenza ad evolvere in tumore.
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Fattori che provocano
le ragadi |
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Tutti i disturbi che creano un'infiammazione
provocano irrigidimento (spasmo) del muscolo sfinterico anale
interno involontario: la diarrea con feci irritanti (da alimenti,
farmaci o lassativi), le infezioni della pelle e della vagina,
la stitichezza in cui il passaggio di feci dure può produrre
lesioni superficiali. In quest’ultimo caso l'uso prolungato
di lassativi fa sì che il canale anale tenda a restringersi
e il passaggio occasionale di feci voluminose può essere
traumatizzante.
Altri traumi possono derivare dall'introduzione di corpi estranei
(cannule per clisteri, erotismo anale) e dagli interventi chirurgici
(per fistole ed emorroidi, ecc.).
Alcune ragadi guariscono spontaneamente in una o due settimane,
specie se le feci sono rese più morbide da una dieta
adeguata. Non si conosce il motivo per cui altre ragadi invece
diventino croniche. Forse interviene una componente legata
allo stress. E' noto che tutto il tubo digerente risente degli
stati emotivi. |
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Come si manifestano
le ragadi |
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Il dolore della ragade si presenta
acuto e lacerante durante il passaggio delle feci, quindi
diminuisce
per qualche minuto e poi di nuovo aumenta con una sensazione
di puntura o di bruciore per varie ore. In alcuni casi il
bruciore dovuto alle ragadi è così intenso
che i pazienti, terrorizzati dalla defecazione, cercano di
evitarla anche per vari giorni, divenendo così ancor
più stitici. Il dolore è al tempo stesso conseguenza
e causa dello spasmo.
Talvolta, specie nell'anziano, la ragade può trasformarsi
in un'ulcera senza spasmo e senza dolore.
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Il sanguinamento è caratteristico della
ragade: consiste in una striatura di sangue di color rosso
vivo sulla carta igienica o sulle feci. Di rado l'emorragia è molto
copiosa.
Quando la ragade secerne una notevole quantità di siero può rendere
l'ano "umido" provocando prurito.
Talvolta il dolore e la contrazione spastica dello sfintere anale si estendono
alla muscolatura anteriore del pavimento pelvico provocando disturbi urinari
(dolore o difficoltà nell'urinare). |
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Come si fa la diagnosi |
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I sintomi delle ragadi
possono simulare quelli di molte malattie (ascesso, nevralgia,
coccigodinia,
psiconevrosi,
stenosi congenita o da involuzione senile, emorroidi, tumori,
lesioni da grattamento per prurito, lesioni associate a colite
ulcerosa o malattia di Crohn, sifilide, ecc.), perciò è sempre
necessario un esame accurato e completo.
Chi è affetto da ragade è spesso estremamente
preoccupato per la visita: la pazienza, la delicatezza e l'abilità del
medico vengono messe alla prova durante:
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l'esame esterno, che rappresenta
un momento molto importante in quanto la ragade può già essere
vista divaricando i margini anali. |
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l'esplorazione con il dito per confermare
la sede del dolore e quindi delle ragadi. |
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la visita interna con l'anoscopio per
consentire di analizzare in dettaglio la ragade. |
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la rettosigmoidoscopia (esame interno
con un sottile tubo) per escludere o una colite di
Crohn, di cui la ragade potrebbe essere una manifestazione
anale, o la presenza di un tumore i cui sintomi potrebbero
essere mascherati dalla ragade. |
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la manometria degli sfinteri (si effettua
solo nei centri specializzati) per quantificare lo
spasmo in vista del trattamento chirurgico (sfinterotomia),
o medico (divulsione), trattamenti controindicati nei
muscoli sfinterici con ridotta capacità di contrazione,
come negli anziani o nelle donne che hanno partorito
diverse volte. In questi casi, infatti, l'intervento
potrebbe provocare incontinenza ai gas o alle feci. |
Se qualcuna di queste manovre risultasse troppo
dolorosa, potrà essere effettuata dopo l'induzione di
una leggera anestesia locale. |
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Come si curano le ragadi |
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La divulsione, distensione
forzata del muscolo sfinterico, ha il vantaggio di essere
un procedimento estremamente
semplice. Consiste in una distensione del canale anale
in anestesia locale, per distendere le fibre dei muscoli
involontario (interno) e volontario (esterno). Il dolore
scompare immediatamente e la ragade guarisce in breve tempo
senza dover essere asportata. La prima defecazione in genere è già indolore. |
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La sfinterotomia, sezione dello sfintere,
consiste nel tagliare una porzione del muscolo sfinterico
interno. |
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